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Domaine A. et P. De Villaine – Bouzeron AOC 2010

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100% Aligoté – 12.5% Già con il colore, siamo diventati subito amici. Un brillante giallo paglierino con sfumature verdoline, senza ombra di dubbio da eccellenza. Il movimento nel bicchiere é agile, come mi aspettavo e come dovrebbe essere. I primi profumi sono delicati di scorza di limone e pompelmo, ananas ancora non maturo, e fiori bianchi. Prolungando il contatto con l'aria, la scorza di agrumi vira verso il mandarino e la citronella, mentre il floreale si identifica con il biancospino. Si può riconoscere anche la pesca bianca e la pera, con una salvia molto leggera. Quello che invece risulta evidente é l'eleganza e la pulizia di questo vino che, senza una complessità sconvolgenza, ha una finezza indiscutibile. In bocca é una lama . Entra con una punta altissima di sapidità e poi emerge, in tutta la sua importanza, la grande freschezza. Nonostante questo, fornisce comunque una sensazione di avvolgenza e calore che lo

Weingut Lieselehof – Vino del Passo VdT 2010

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100% Solaris – 14.5% Visto che il vigneto si trova a più di 1300 metri di altezza, nei pressi del Passo della Mendola che é uno dei posti più freddi che io conosca, mi aspettavo un vino verdolino pallido. E invece, il bicchiere si riempie di un colore che é un mix fra l'oro antico e l'ambra. Ricorda il miele d'acacia nella luminosità con le sfumature di caramello di quello di castagno. Visto ne ho ancora in mente le sensazioni, almeno nella tonalità, potrebbe ricordare un Jurancon. Luce pura e bellissima, oltre il cristallo, quasi al limite del brillante. Si muove nel bicchiere con la compattezza di un rosso, pur mantenendo una leggerezza che lo allontana da quella dei vini passiti. C'é una leggera traccia di gas, che verrà poi confermata ai primi assaggi. Il naso é esplosivo, i 14.5% di alcol si sentono bene e trasportano profumi di spezie e di frutta. Albicocca disidratata, cocco, miele di acacia, liquerizia e mallo di noce.

Abate Nero – Trento DOC Extra Brut n.m.

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100% Chardonnay – 12.5% Colore praticamente in pienezza di giallo, faccio fatica ad individuare una sfumatura di verde. Un ritorno di luce che gli rende una luminosità che va oltre a quella del cristallo, arricchita dai punti brillanti con cui il perlage giovane riempie la fl û te. Giovane nell'aspetto e nell'irruenza, che si potrebbe anche definire appena confusa, per via del numero di catenelle e per la loro velocità. E allo stesso tempo giovane anche nell'ostinazione, dimostrata anche nel riassaggio del giorno successivo all'apertura. Il naso é di lieviti freschi, agrumi e frutta bianca ancora da maturare, mela e pera abate, quando sono ancora indietro e, sode come sassi, scroccano quando le addenti. Sempre in primo piano, un sentore di roccia bianca e un ricordo molto particolare che ho fatto fatica a focalizzare, per poi arrivare alla conclusione che la cosa più simile che potevo associargli, é l'anice verde. Aggiung

Tenuta Manincor – A.A. Moscato Giallo 2011

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100% Moscato Giallo – 12.5% Bottiglia trasparente, con la doppia valenza di un vino da consumare giovane per coglierlo al meglio della sua vita, ma anche per rendere merito al suo magnifico colore giallo. Giallo appena sfumato di verdolino, con una leggera traccia di effervescenza. Nel bicchiere si muove con agilità con una luce ricca , accattivante, che conquista con la sua capacità di sembrare viva e allo stesso tempo calda . Profumi varietali tipici, immancabile la salvia, naturalmente freschi e verdi non solo come maturità, ma anche per il ricordo di menta e timo. Nella sua aromaticità, oscilla fra la vegetalità del Sauvignon e il Riesling giovane, a cui si avvicina per la mineralità di ardesia che riesce a sprigionare. Pesca e fiori bianchi, agrumi canditi con ricordi di muschio: in poche parole 100% Moscato con profumi salati e piccanti. In bocca rende perfino meglio l'uva di origine a cui aggiunge comunque una certa morbidezza e calo

Domaine de l’Ocre Rouge - "La Perle Rosé" Méthode Traditionelle 2009 extra brut

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100% Pinot Noir – 12% Il Domaine é di proprietà di uno dei figli di André Beaufort e ha sede a N î mes nella parte Sud della Côtes du Rhône, dove continua la vocazione spumantistica di famiglia. Solita stappatura più complicata del necessario, per via della tenuta a graffetta sul tappo a fungo... riuscirò mai a trovare un modo elegante per toglierla? Nel bicchiere, sotto uno spessore abbondante di spuma bianca, emerge un splendente colore intermedio fra la buccia di cipolla e il petalo di rosa. Mi conquista subito. La superficie continua ad incresparsi per le effetto delle bollicine, piccole senza esagerare in complimenti, che salgono a gran velocità dal fondo del bicchiere. Sulla persistenza non c'é proprio nulla da invidiare a vini ben più blasonati. I primi profumi che mi si fissano in mente richiamano dalla memoria la rosa, forse anche per la suggestione indotta dal colore, il talco e la cipria. Segue il ricordo di frutta, con

Marisa Cuomo – Furore Bianco "Fiorduva" 2008

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Fenile 30%, Ginestra 30%, Ripoli 40% - 13.5% Paglierino intenso e profondo, reso tale dal passaggio in legno, ma con una luce viva che smentisce i 5 anni passati dalla vendemmia. Nel bicchiere si muove con la ricchezza di un vino rosso e anche in questo caso il barrique ha sicuramente fatto la sua parte.  Oltre al grado di maturazione che il clima della Costiera Amalfitana può garantire... I primi profumi si concentrano sulla speziatura dolce di vaniglia e frutta tropicale matura come banana, mango e ananas sciroppato. Si riconoscono il burro di nocciolina e il cioccolato bianco con un delicato floreale di fiori anche questi bianchi. Tutto sommato, però, é come se fosse un pò timido e fà fatica a dispiegare il suo ventaglio di colori. In bocca però cambia marcia... Morbido come mi aspettavo, grasso come mi aspettavo, ma la luce che mi aveva colpito guardandolo si concretizza con una freschezza viva e succosa. E' agrumato di cedro con

Domaine Vincent Pinard – Sancerre "Flores" 2011

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100% Sauvignon – 13% Ultimamente ho potuto degustare diversi Sancerre e devo proprio ammettere che, quando ci incontriamo , é sempre un bel piacere. Nel bicchiere si presenta con un colore paglierino pallido, senza particelle in sospensione, ma con una luce tale che mi viene subito da pensare che sia stato chiarificato senza filtrazione. Infatti, nonostante il tono scarico, ha un bella consistenza e un profumo "maturo", senza alcuna traccia di tonalità verdi . La prima impressione é quella di frutta a polpa gialla, pesca e albicocca, con un sottofondo di menta e una bella punta minerale. Il floreale é invece bianco, e ricorda un tenue mughetto. Sono profumi delicati e eleganti, che con il tempo diventano più freschi fino asembrare quasi agrumati. Per questo Sancerre, ma anche per gli altri "fratelli" di denominazione, il vegetale del bosso é proprio un lontano ricordo. Il Sauvignon diventa invece protagonista all'as

Degustazione Barolo BOVIO, Bologna 3 Dicembre 2012

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In genere durante le degustazioni pubbliche non riesco a raggiungere la concentrazione necessaria per arrivare a definire bene il vino. Per me, una buona degustazione, non é un evento pubblico. In questo caso, però, sia per il mio particolare stato d'animo sia per il ritmo particolarmente blando con cui la serata é lentamente scivolata via, sono riuscito a prendere dei buoni appunti che riporto direttamente dal mio notes. Per come sono stati serviti i vini, ho potuto degustarli con almeno un bicchiere di vantaggio rispetto ai degustatori ufficiali della serata. Anche perché, sinceramente, non sono stato così bravo nel trovare tutti quei profumi e quelle sensazioni che hanno trovato loro. Spero quindi di essere stato influenzato molto poco da quello che veniva declamato alla platea. Nel complesso abbiamo sentito dei bei vini ma, questione di gusto personale, dovendo proprio scegliere berrei Pinot Nero tutta la vita. Barolo Rocchettevino 2008

Sektkellerei L. Martini – A.A. Sekt Ris. "Comitissa" 2006

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30% Chardonnay, 30% Pinot Bianco, 40% Pinot Nero – 13% L'etichetta riporta una sboccatura del 2011. Il colore é un paglierino profondo, quasi di sabbia rossa, tanto che se fossimo in Champagne, farebbe pensare alla presenza nella cuvée del Pinot Meunier. Ma qui siamo in Alto Adige, a Cornaiano, ed é più probabile che possa essere dovuto ad un passaggio in legno del vino base o, molto semplicemente, alla buona percentuale di Pinot Nero. Anche perché, in tutte le altre caratteristiche, di un eventuale passaggio in legno non ce ne sono indizi nè al naso e neppure al gusto. Bollicine che nascono piccolissime in fondo al bicchiere e che diventano un filo più grandi salendo fino alla superficie. Potrebbe anche essere considerato un aspetto penalizzante, se non fosse che scrivo queste note il martedì sera, dopo aver aperto la bottiglia domenica a pranzo. E in più di 2 giorni non ha perso nulla di anidride carbonica. I profumi sono dominati da

Hirschhorner Hof – Pfalz Riesling Q.b.A. Trocken 2009

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100% Riesling – 12.5% Colore intenso e caldo, quasi raggiunge il limite inferiore del dorato con una consistenza, che a bicchiere inclinato, é proprio evidente. Profumo particolare, forse all'inizio anche non perfettamente pulito, che si concretizza in frutta a polpa matura e, mi pare, appena un accenno di Botrytis. Sotto, sepolte, le note varietali del Riesling emergono appena per poi uscire, con i minuti in progressione. Naturalmente sono profumi di gioventù, di frutta e di fiori, visti i pochi anni dalla vendemmia l'idrocarburo é ancora una svuocata visione lontana. Il calore dell'aspetto c'é anche nel profilo olfattivo, sotto forma di cedro candito, melone bianco, marzapane, e speziatura del miele di acacia. Non é la Mosella, si vede e si sente, ma é bello lo stesso. Al caldo si accompagna comunque la freschezza della fragranza, un calore fresco e vivace. In bocca é coerente: riscalda, é avvolgente, quasi grasso, ma l'acidit

Cascina Conti Bronda – Uvalino v.d.t.

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100% Uvalino – 11.5% Una bottiglia, regalatami un collega Sommelier, decisamente curiosa e da un vitigno sconosciuto. Mi sono documentato e ho visto che, insieme ad altri, é al centro di un progetto di recupero e di studio in Piemonte. Il colore é un rubino con un orlo granato, con massa colorante modesta e vivace. Mi ha subito fatto pensare alla famiglia dei Pinot e in effetti, anche negli articoli che ho raccolto in seguito, nella composizione chimica delle sostanze coloranti c'é proprio una certa somiglianza. Nel bicchiere si muove con una certa agilità, con profumi vinosi che ricordano in modo immediato la marasca e la prugna sciroppata. Un leggero tocco vegetale non invadente viene completato da una sensazione di frutta più nera, come il mirtillo e un floreale, sempre giovane, di rosa canina. In bocca é leggero con un buona freschezza, sono contento di aver seguito il consiglio in etichetta di servirlo a bassa temperatura. I tannini

Domaine Guy Robin – Chablis "Vieilles Vignes" 2010

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100% Chardonnay – 12.5% Paglierino scarico di colore, non ha una luce pura da cristallo e questo mi ha un pò stupito. Mi sarei aspettato qualcosa di più da un vino del freddo, ma tutto sommato potrebbe significare che non ci sono andati giù pesante con la filtratura. Ruotando il bicchiere mostra una consistenza intermedia, d'altronde, la scala dei cru di Chablis, dovrà pur significare qualcosa... Con i profumi, diventiamo già più amici. Frutta matura, sotto forma di ananas e agrumi, albicocca ma anche frutta secca, espressa come mandorla e nocciola. Poi spezie, quasi riconosco una traccia di Botrytis, che potrebbe anche essere visto l'andamento dell'annata, e un aroma che ricorda quasi il passaggio in legno. Ma questo Chablis é vinificato ed elevato completamente in acciaio, quindi in realtà é proprio lo Chardonnay che esprire i suoi tratti burrosi e vanigliati. In bocca dimostra, allo stesso tempo, una buona freschezza e un s

Sektkellerei Sebastian Stocker - Extra Brut Riserva 2003

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33% Chardonnay, 33% Pinot Bianco, 33% Sauvignon - 12% Fa sorridere constatare che sia, dal punto di vista della legge, praticamente un vino da tavola . Mi viene da pensare "come il Sassicaia quando é nato" con tutto il rispetto per... lo spumante di Stocker. Prodotto in poche migliaia di bottiglie contro un vino esaltato, giustamente, dalla critica di cui se ne fanno appena 200.000 bottiglie all'anno. Anche quest'anno butta bene, perché per il mio compleanno posso ancora concedermene una bottiglia, identica a quella dell'anno passato e identica a quella che potrò aprire anche il prossimo anno. Non ho voglia di fare una vera e propria degustazione in cui potrei parlare ad esempio del perlage, senza un'ombra di cedimento a quasi 10 anni dalla vendemmia. Potrei osservare che le collarette , che all' É cole ci hanno insegnato ad osservare in fretta perché svaniscono subito, nella mia fl ûte é rimasta per diversi minuti. Potrei

Didier Herbert – Champagne Mailly Grand Cru Brut n.m.

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65% Pinot Noir, 35% Chardonnay – 12% Indubbiamente color champagne , di verdolino non ce n'é nemmeno l'ombra. Appena versato ha riempito il bicchiere con una bella spuma, lasciando un perlage puntiforme e appena timido. Il profumo ricorda la crosta di pane ed é orientato verso la frutta rossa, la prugna gialla e l'albicocca. L'agrumato, imposto dalla maggioranza di Pinot Nero, si esprime con un ricordo di arancia. Anche al gusto, che inizia con una bella sensazione cremosa di anidride carbonica, ritorna una frutta che ha lo stesso colore dei profumi. Complessivamente é decisamente piacevole, ma sembra quasi un esercizio tecnico e manca un filo di sfaccettature. Ha tutto quello che serve in equilibrio, freschezza e incisività però finisce in fretta. Una nota, magari appena stonata, ma fuori dal coro l'avrebbe impreziosito creando interesse. Per essere uno Champagne, mi fermo con il voto a 84 punti. Prezzo incog