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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Weingut Niklas – "Mondevinum" Südtiroler Weiß DOC 2006

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60% Pinot Bianco, 30% Sauvignon , 10% Chardonnay – 13.5% Cominciando da quella che di solito é la fine il valore di questo vino, a mio parere, sfonda la quota delle eccellenze ed é, almeno, di 90 punti. Io adoro i vini di Niklas, ma questa volta sono convinto di non aver regalato nulla. Imparziale o meno, ci siano ben pochi bianchi italiani che possono stare al livello di questo piccolo capolavoro. Facendola ancora più semplice, c'é da chiedersi quanti bianchi italiani, dopo 6 anni dalla vendemmia, siano ancora perfettamente integri. Era da molto tempo che non sentivo un "Mondevinum" Weiss e il ricordo più nitido era la profondità di colore, resa marcata dal passaggio in legno piccolo. Questa profondità la ritrovo subito nel calice da degustazione, ma é la tonalità la vera gioia per gli occhi, perché si tratta di un magnifico oro verde, quasi elettrico. Una eccellenza alla vista, senza ombra di dubbio... Venendo ai profumi, il flash iniziale é di agrumi, fiori e i

Pierre Bertrand – Champagne Brut "Élisée" 2004

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50% Chardonnay, 50% Pinot Nero – 12% Avevo già sentito il fratello maggiore, il millesimato 2000, e per come me lo ricordo questa Cuvée gli assomiglia molto. Un bel color paglia pieno, luminoso e vivace, con una densità di colore che gli viene probabilmente dall'alta percentuale di Pinot Nero. Sul perlage c'é poco da dire, bollicine finissime, anche se magari non così abbondanti, come nella tradizione dello Champagne. Il naso é di gesso e di frutta, ben matura, in cui si distinguono le note dolci di mela gialla e albicocca. Con il tempo e una maggior attenzione i profumi virano verso ricordi di pan brioche e miele, per poi lasciare emergere frutta a polpa rossa che potrebbe essere la prugna ben matura e il melograno. Assaggiandolo ne apprezzo il succo e il frutto, che lo rendono rinfrescante e coerente, per via del ritorno aromatico di frutta matura. La lunga permanenza sui lieviti gli ha conferito morbidezza e rotondità, tanto da dare di nuovo una falsa impressione di

Heinrich Basten – Mosel Ellenzer Kurfürst Riesling 2008

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100% Riesling – 10% Un Riesling senza "predikat" quindi difficile indovinare a priori il possibile residuo zuccherino.  In ogni caso, il 10% indicato in etichetta, tutto lasciava pensare tranne che fosse completamente secco. Ma in questi vini, lo zucchero residuo ha un valore relativo perché l'acidità, che può arrivare vicino alla doppia cifra, ha un ruolo fondamentale nell'equilibrio. Un tappo in silicone cortissimo, mi predispone verso un prodotto "entry level". Versato nel bicchiere é bellissimo, un gioiello di pura luce verdolina che solo un Riesling della Mosella riesce ad avere. Mi stupisco sempre con vini così, che anche dopo 3 anni dalla vendemmia riescano ad apparire senza tempo. Il territorio e il vitigno fanno miracoli anche nei prodotti minori. E qui finisce il sogno... Naso estremamente semplice, un evidente ricordo di mela Granny Smith, nemmeno tanto matura, un leggero floreale, poco altro. Si potrebbe definirli come "profumi ind

Roger Brun – Champagne Grand Cru "Cuvée de Sires" 2005

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70% Chardonnay, 30% Pinot Nero – 12% Mi sono trovato ad aver tempo di scrivere qualche appunto di degustazione solo il giorno dopo alla prima apertura, non sono le condizioni migliori, ma a volte il tempo é quello che é. Nonostante questo, le catene di bollicine che si sprigionano dal fondo, dopo averlo versato nel bicchiere, sono ancora uno spettacolo di finezza e vivacità. E sono ancora veramente tante, ad impreziosire e a rendere brillante il color paglierino pieno dello Champagne.  Alla Roger Brun, non hanno nulla da imparare sulla tecnica del metodo classico. I profumi, eleganti, ricordano la frutta mutura, con particolari di pesca sciroppata e susina gialla per arrivare ad un profilo complessivamente "dolce" completato da note di miele di castagno, zucchero filato e biscotto. Sul sottofondo si trovano anche fiori gialli e l'immancabile mineralità del gesso. In bocca lo trovo fresco, ma morbido con una impressione agrumata che permane a lungo e si trasforma p

Nusserhof – Blaterle VdT Bianco 2009

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100% Blaterle – 12% Il Blaterle é uno dei vecchi vitigni autoctoni dell'Alto Adige ormai coltivato da pochi produttori e dai contadini, che ne hanno ancora qualche filare nei loro masi. Mi ricordo l'orgoglio con cui uno di loro, dopo aver sentito insieme la sua versione "sur lie" del Blaterle, mi ha portato in vigna per farmi ammirare la meraviglia delle sue piante. Era un vitigno molto diffuso in Valle d'isarco e in Val Venosta, ora sostituito da uve più nobili come il Riesling, il Kerner e così via. La bottiglia di oggi viene dalla tenuta di Heinrich Mayr-Nusser nella periferia Nord di Bolzano, in cui il Blaterle é coltivato da sempre. Nel bicchiere si presenta con una tonalità di colore degna di un Riesling della Mosella: é verdolino brillante con ritorno di luce da sogno. I profumi sono sottili ma particolari, ricordano la roccia, la brezza marina, gli agrumi verdi e fiori gialli. Poi, piano piano, il salmastro si evolve verso la macchia mediterranea ar

Lahnhof – Alto Adige Pinot Grigio 2010

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100% Pinot Grigio – 14% Una new entry nei piccoli produttori dell'Alto Adige, ex conferitore di San Michele Appiano, ora vinificatore indipendente all'interno del gruppo "Tenute Costa". Nel bicchiere é paglierino neutro, con una consistenza come si trova a volte nei Pinot Grigio, a ricordarci le sue origini di uva a bacca quasi-rossa. Un vino che profuma di roccia, alla cieca indistinguibile dai suoi cugini del Friuli. Al minerale seguono agrumi maturi, limone, susina e ananas insieme a delicati fiori gialli. Lasciato riposare per qualche secondo emerge anche una leggera balsamicità di erbe aromatiche. In bocca é sapidità e freschezza riescono a mascherare bene il grado alcol che tuttavia ogni tanto, si impone con delle punte di calore. L'impressione gustativa iniziale ricorda le erbe aromatiche, ma purtroppo scompare in fretta lasciando la bocca un pò delusa. Chiude con una calda mineralità. Per essere un Pinot Grigio, mi aspettavo un maggior carattere,

Casa Coste Piane – Valdobbiadene Prosecco DOCG ????

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100% Prosecco – 11% In etichetta troviamo l'indicazione "Frizzante... Naturalmente". Si tratta infatti di un "sur lie" un tipologia rara, che mi piace tantissimo. Il naturalmente si riferisce alla rifermentazione naturale in bottiglia per l'imbottigliamento con i lieviti vivi. Ma io vi leggo anche una leggera nota polemica, a sottolineare la tradizione storica per la vinificazione del Prosecco, ormai quasi abbandonata per seguire strade più commerciali. Sempre naturalmente , nel bicchiere non può essere che velato, me se non fosse per i residui dei lieviti che gli conferiscono un colore più carico, sarebbe sicuramente verdolino. I profumi, sono sia dolci che freschi. Fra i dolci, primo fra tutti c'é il varietale di pera Williams, accompagnato da albicocca matura, tiglio e un sottile, ma elegante, soffio di fiori di sambuco che arriva solo in un secondo momento. I profumi freschi sono di agrumi e susina gialla in maturazione, quasi una nota aroma

Denise Jaques – Sancerre AOC "Les Montachines" 2006

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100% Sauvignon Blanc – 12.5% Ho comprato questa bottiglia spinto dalla curiosità, dopo averla vista sullo scaffale dell'importatore, in un periodo in cui avevo sentito diversi Sauvignon italiani. Poteva essere un confronto interessante. Domaine mai sentito prima, ma AOC di vertice per questo vitigno con qualche dubbio sulla tenuta a 5 anni dalla vendemmia. Il prezzo, non ricordo di preciso ma era qualcosa intorno ai 25 Euro, mi é sembrato tutto sommato affrontabile. Si presenta paglierino, con una notevole profondità di colore, e una leggera sfumatura che tende al dorato. Il movimento e il modo in cui bagna le pareti del bicchiere, indicano un vino con una buona struttura. I profumi non sono invasivi, cosa non scontata in un Sauvignon, con il tipico varietale addolcito dal fruttato di pesca gialla matura. Li accompagna un ricordo di erbe aromatiche e caramella alla menta che lo rende quasi balsamico. Nel complesso un profilo olfattivo dolce, accompagnato ad un sottofondo

Azienda Agricola "Le Bertarole" – Amarone della Valpolicella Classico DOC 2007 Podere "Le Marognole"

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30% Corvina, 40% Corvinone, 20% Rondinella, 5% Dindarella, 5% Croatina - 15% Rubino perfetto , senza alcuna sfumatura verso la gioventù o verso la maturità, profondo e poco trasparente. Decisamente ricco anche dal movimento nel bicchiere, che si mostra fitto e denso. A conferma di queste impressioni iniziali, a bottiglia finita, mi sono accorto che si tratta di un vino che non subisce filtrazioni. La prima impressione olfattiva é un fruttato di amarene e un floreale di viola mammola a confermare che, per essere un Amarone, é ancora un vino giovane. Segue un delicato tocco di vaniglia, dato dal passaggio in legno, e frutti di bosco scuri e freschi, che mi ridordano il mirtillo e la fragola. Con i minuti, il profilo si evolve verso sentori più "caldi" di prugna sciroppata, marmellata di more e, infine, uno accenno speziato di china e liquerizia. Appena assaggiato l'impressione gustativa mi ricorda un succo di prugna e mirtillo. Il calore dell'alcol, ben 15% e no

Weingut Gottardi – Alto Adige Gewürztraminer DOC 2009

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100% Gew ü rztraminer – 13.5% Ho inseguito questa bottiglia per un sacco di tempo, l'ho cercata in tante enoteche dell'Alto Adige, e alla fine l'ho trovata in centro a Bologna. La Weingut Gottardi é conosciuta per il suo Pinot Nero, uno  dei migliori ( il migliore? ) in Italia, ma coltiva ( o coltivava? ) anche un ettaro di Gew ü rztraminer, sempre a Mazzon. Il clima di Mazzon, che protegge i grappoli dal forte sole e permette una maturazione lenta delle uve portando eleganza e profumi al vino, sono particolarmente favorevoli per questi 2 vitigni. Appena versato nel bicchiere subito la prima sorpresa, perché non é facile trovare un Gew ü rztraminer con riflessi verdolini. Di solito sono sempre così carichi di colore, con sfumature dorate, a causa del fatto che, se non coltivato nel clima più favorevole, questo vitigno tende a sviluppare pienamente i profumi solo a maturazione avanzata. Per lo stesso motivo non si trovano quasi mai vini sotto i 14.5%. La seconda sorpr

Eikendal Vineyard – Stellenbosch Chenin Blanc 2008

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100% Chenin Blanc – 13% Devo essere onesto, pur sapendo di sbagliare, ho un atteggiamento prevenuto verso i vini del nuovo mondo, in particolare verso il Sud Africa e l'Australia. E ho anche un atteggiamento prevenuto verso i tappi a vite, quando non sono lo Stevil+ ormai largamente usato da anni dai produttori dell'Alto Adige per preservare la fragranza dei loro profumatissimi bianchi. Quindi, con questa bottiglia, la partenza é decisamente in salita. Però, un pò perché la curiosità é più forte del pregiudizio, un pò in previsione di una serie di serate dedicate ai vini internazionali, un pò perché ho assistito ad una bellissima presentazione sui metodi di tappatura che mi ha fatto rivalutato i tappi a vite, ma sopratutto perché acquistata dall'importatore costava solo 9.5 Euro, alla fine l'ho comprata. Lo devo proprio dire, le aspettative erano basse. Tanto più che, da quello che ho visto sul sito della Eikendal, non producono più vini a base Chenin. Il vino n

René Collard – Champagne Brut "Carte d'Or" 1990

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100% Pinot Meunier – 12% Inizio da quella che di solito é la fine: il voto. Sarebbe 92, oppure 94, o magari anche 96, o probabilmente non importa niente, perché una bottiglia così é fuori da ogni possibile classifica. L'annata é il 1990, e nel 90 ero ancora astemio. Io sono cambiato, mi diverto ad assaggiare vini, mentre per lo Champagne di Collard il tempo é rimasto  fermo. Fin dalla stappatura le cose promettono bene. La CO2 spinge con forza il tappo per farsi strada e questo mi fa subito pensare che il vino si sia conservato bene. E non era per nulla scontato, dopo 20 anni, anche se la sboccatura dovrebbe essere recente. Il primo bicchiere versato é appena dorato, con un perlage di razza, ma il secondo, più lo guardo e più mi sembra che abbia dei riflessi verdolini. Non é la prima volta che mi capita con Champagne dall'affinamento così lungo e quindi, anche se la cosa può non aver senso, comincio a crederci. Potrebbe essere la prolungata mancanza di ossigeno, o fo

Lis Neris – Friuli Isonzo DOC Pinot Grigio 2010

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100% Pinot Grigio – 13.5% Già che ci sono, visto che ho degustato anche questo, ho pensato di mettere giù qualche nota anche per l'annata 2010. Il 2009 e il 2010 sono molto simili, nonostante andamenti climatici diversi e un affinamento in bottiglia che é, ovviamente, di un anno superiore. Alla vista sono praticamente indistinguibili, naturalmente il 2009 ha un verdolino meno marcato per via dell'evoluzione. L'estrazione é invece leggermente inferiore nel 2010, e questo é dovuto senz'altro al clima dell'annata. Al naso invece le differenze sono marcate. Nel 2010 prevalgono le note floreali e fruttate, con una mineralità comunque presente, ma non ancora così in primo piano. In bocca tornano le somiglianze con leggere differenze nella stessa direzione di quelle dei profumi. Definirei il 2010 più elegante e il 2009 più potente, ma sono sfumature. Anche per questo vino, un voto coerente potrebbe essere sempre 84. Mentre rileggo le note che ho scritto, mi viene

Lis Neris – Friuli Isonzo DOC Pinot Grigio 2009

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100% Pinot Grigio – 13.5% Ho cercato un 2010 per prepararmi alla serata di Lis Neris ma, in tutta Bologna, sono riuscito a trovare solo l'annata 2009 a 12 Euro in enoteca. Tutto il resto é esaurito, il produttore ha quindi buoni motivi per essere contento. Il colore, nonostante i 2 anni dalla vendemmia, parla di un vino giovane sia nelle sfumature, che nel paglierino si tingono ancora di verde, sia nella viva brillantezza. La profondità é quella di un vino che ha subito una bella estrazione, ben 8 mesi sulle fecce con frequenti b â tonnage, e quindi mi aspetto un bicchiere ricco di alcol e morbidezza. Il naso racconta la sua terra d'origine, con un'impressione minerale tipica di tanti vini friulani. Dietro la mineralità, questo profumo di pietra e di calore, viene un ricordo di erbe aromatiche, quasi di resina, che mi riporta alla mente il profumo dei boschi di montagna nelle prime ore del pomeriggio estivo. Infine arriva il frutto, decisamente a pasta gialla, ma an