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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Dom Perignon 1964... e tanti altri

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Se un'amica come Vania ti invita a casa per aprire una bottiglia di Dom Perignon ritrovata nella cantina di un amico che fai? Accetti al volo e fai poche storie... A maggior ragione quando, conoscendo chi sarà del gruppo, sai bene che scatterà lo spirito competitivo... Quello che é venuta fuori é una serata quasi, ribadisco quasi, all'insegna esclusiva dello Chardonnay, tutte bottiglie con più di 10 anni sulle spalle, e alla fine la media su tutte e 6 é di 24 anni. Solo sui 3 Champagne, invece, é di ben 35... Tutti i vini sono stati degustati alla cieca, nessuno accordo sul tipo di vino, buio totale sull'etichetta, ma una luce splendida nel bicchiere E' andata così, e tutte le bottiglie sono state finite, nessuna sputacchiera sulla tavola... Champagne Philipponant - Clos des Goisses Brut 2000 70% Pinot Noir, 30% Chardonnay Oro brillante luminosissimo, perlage fittissimo e irruento, dai profumi lievitosi croccanti, agrumat

Guido Marsella – Fiano di Avellino Docg 2007

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100% Fiano – 14% Dorato giovane e lucente, ti avvolge il naso con una nebbia di miele grezzo e mineralità bruna, da roccia vulcanica scheggiata. Dolce e salato allo stesso tempo, albicocca e frutta tropicale si alternano a mandorla tostata e nocciola, l'evoluzione in bottiglia a tendere verso vernice e smalto. Poi c'é una sfumatura assolutamente particolare, fresca di piccoli frutti rossi, come il ribes e la ciliegia bianca, che accompagna la vena aromatica muschiata. Naso evidentemente verso la maturità, ma di classe aristocratica, che incuriosisce e trattiene, a cercare cose nuove che piano piano si mostrano. Sorso potente, morbido, la forza alcolica lo porta al limite dell'ammandorlato, a cui si contrappone con decisa efficacia la tensione sapida. Funziona, e anche bene, la bevuta é piacevole e di nuovo porta all'eleganza, impreziosita dal tempo. Assaggiato il giorno seguente, nei profumi la roccia sulfurea é ormai prot

Serata ONAV "Vignaioli eroici della Valle d'Aosta"

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Alla Valle d'Aosta devo tanto, ben 3 figli or sono ci trascorrevo le ferie estive e ci sciavo d'inverno. Mi consigliarono il Petit Arvine e me ne innamorai, comprai la mia prima guida dei vini, quella dell'Espresso, proprio perché quell'anno premiarono il Cuvée Bois come miglior bianco italiano. Poi un giorno, scopri che nella vita, sarei riuscito anche a bere vini rossi... Ero a Ollomont, alla Locanda della Vecchia Miniera, mi proposero un "Vin de la Sabla", ricordo che guardai l'etichetta, era ancora "Costantino Charrere" e non "Les Cr ê tes" , le due linee erano divise. Lessi 14.5% e tentennai... Mi rendo conto solo ora, che se non fossi andato avanti forse qualcosa nel mio percorso sarebbe stato diverso, e nell'immediato non mi sarei goduto quel vino che era un proprio velluto liquido. L'ho raccontato a Costantino alla fine della serata, e Lui mi ha salutato con un abbraccio, mai