Cà del Bosco – Franciacorta Brut 1999
Chardonnay 65%, Pinot Bianco 16%, Pinot Nero 19% - 12.5%
Sono
di parte, perché Maurizio Zanella mi ha accolto nella sua cantina
come un suo pari, io che non sono nulla, e questo per me conta, non
posso negarlo.
La
bottiglia viene dalla cantina di Marco Pellizzari, dal Resort dei
Cappuccini, uno dei posti più belli in cui sia stato quest'anno,
anche questo conta, e non poco.
Però
questa é anche una vendemmia 1999, sboccatura 2003, quindi uno
spumante che da 13 anni se ne sta in bottiglia, e bisognerebbe essere
davvero sciocchi, per non considerarlo.
Essere
di manica larga su una bottiglia recente, solo per il metodo con cui
è stata fatta, per poi andare a cercare il pelo nell'uovo in una che
risale al secolo scorso, davvero non avrebbe senso.
Poi
ognuno ragiona come vuole, per quanto mi riguarda, ho la fortuna di
non dover rendere conto a nessuno.
Il
tappo ha tutto sommato tenuto bene, anche se la spinta della
carbonica in qualcosa ha sicuramente ceduto... nel bicchiere lo
spumante é pienamente dorato, con ancora una traccia di perlage.
Profuma
di liquirizia, noce, miele di castagno, caramella d'orzo, fiori
d'acacia e albicocca in piena maturazione. Un profilo olfattivo
aristocratico, appena un pò demodè, fissa l'immagine della luce
bassa del sole che filtra al tramonto, in una stanza dai mobile
antichi.
Il
sorso conferma una carbonica sottile, una gustosità misurata con
aromi di caramella dolce, rabarbaro e crème brulée.
Difficile
distinguere e valutare separatamente freschezza, sapidità e calore,
ormai il tempo ha fuso insieme le sensazioni in un liquido nuovo,
l'evoluzione nel tempo del lavoro dell'uomo e della natura.
Gli
aromi retronasali portano un'intensa balsamicità di eucalipto, con
un finale mentolato e dalla sottile palpabilità tannica.
Per
me una bella bevuta, sono sorsi di storia, bicchieri mai banali...
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