Serenità carminea... - Beaujolais a Carpi con Francesco Falcone (21/09/2017)
È
inutile nascondersi, si giudica sempre prima con gli occhi, persone,
cose, oggetti e vini. Queloa che vediamo ci mette in guardia o ci
attira, poi dalla conoscenza possiamo avere conferme o smentite.
Il
Beaujolais mantiene tutto quello che propone al primo sguardo, una
coerenza di cui si diventa subito amici.
Luminosità
rossa, pulsante, vitale, richiama la vita nel colore acceso del
sangue, riposante fin dalla trasparenza, ipnotica, che non nasconde
misteri dietro tonalità scure e profonde.
Si
svela e si offre, senza veli...
La
luce lo attraversa uscendone amplificata, per poi esplodere in un
fiore colorato sotto al bicchiere. Come si fa a non amare un vino
così?
Beaujolias
é un mondo nuovo, snobbato da tutto e da tutti, ancora giustamente
legato alla compagnia della tavola, quella di tutti i giorni, senza
cercare sensazioni di impatto, ricchezza che confonde, articolazioni
sensoriale così complesse da farti smarrire.
Ogni
tanto ci vuole...
Porta
immediata allegria, quello che ha lo porge in modo diretto, arriva,
dona tutto se stesso, poi si ritira con discrezione, senza
aggrapparsi insistentemente ai sensi, per lasciarti libero di
ricominciare quando vuoi.
L'incanto
é proprio questo, la ferma leggerezza di tocco, una innata
sensazione di libertà, nessun obbligo.
Un
territorio vasto, articolato, che abbiamo potuto toccare con mano,
ben espresso nelle specificità dei Crus. La pazzia dei suoli conduce
inevitabilmente a sfumature diverse, la sbocciando in fiori, qui
maturano in frutti, si scoprono sottili profondità minerali, talora
inattesa intensità.
Stanco
dalla giornata precedente, mi sono abbandonato alla corrente
lasciandomi trasportare lungo i tanti vini della serata. Per avvinare
la bocca 2 Champagne BdN da Meunier in purezza:
🍷
Francis Orban – Champagne Extra
Brut n.m.
🍷
Mandois – Champagne Extra Brut
“Clos Mandois” 2004
L'Extra
Brut di Francis Orban ha un bellissimo naso, dorato, dolce di
zucchero di canna e pera matura, in bocca esce la magrezza del
Meunier, accompagnata da una carbonica soffice e un finale jodato.
Gran bell'inizio.
Il
Clos Mandois gioca su caratteristiche opposte, il tiraggio di 13 anni
su “bouchon liège” lo costringe ad aprirsi su toni sotterranei,
autunnali e tostati. L'assaggio é una completa sorpresa, un
magnifico shock per il netto giro di pagina, inattesa pienezza di
agrumi freschissimi e scia ferrosa. Il fascino dell'incongruenza.
Con
i Beaujolais verrebbe fuori un fiume di racconto e non voglio tenerla
troppo lunga. Questa la lista dei vini in degustazione:
🍷
Domaine des Terre Dorées -
Beaujolais L’Ancien 2016
🍷
Pierre-Marie Chermette - Beaujolais
V.V. “Origine” 2016
🍷
Château Thivin - Brouilly
“Reverdon” 2016
🍷
Nicolas Chemarin - Régnié “La
Haute Ronze” 2015
🍷
Domaine des Terre Dorées - Saint
Amour 2014
🍷
Château Thivin - Côte de Brouilly
“Cuvée Godefroy” 2016
🍷
Domaine Paul Janis et Fils -
Moulin-à-Vent “Les Vignes du Tremblay” 2013
🍷
Pierre-Marie Chermette - Fleurie
“Les Garants” 2016
🍷
Château De Grand Pré - Fleurie
2016
🍷
Domaine De Grille-Midi - Fleurie
2015
🍷
Domaine de Marrans - Fleurie 2014
🍷
Marcel Lapierre - Morgon 2016
🍷
Domaine Daniel Bouland - Morgon
“Corcelette” V.V. 2016
🍷
Jean Foillard - Morgon Côte du Py
2015
🍷
Georges Descombes - Morgon 2014
Mi
ha rapito il cuore la densità di colore, la pienezza, la speziatura
di pasta di mandorla, la raffinatezza del tannino del 🍷
Fleurie 2015 del Domaine De Grille-Midi che tanto mi ha ricordato i
miei amati Santa Maddalena.
Cesellatura
da alta oreficeria per il 🍷 Morgon 2014 di Georges Descombes,
in cui la violetta commuove e il frutto rosso si esalta,
amplificandone la gustosità.
Sorprendenti
tonalità bianche e gialle nel 🍷 Morgon “Corcelette” V.V.
2016 del Domaine Daniel Bouland a confermare le parole del MoW Karen
MacNeil “Beaujolais is the only white wine that happens to be red”.
Gamay
e Pinot Noir hanno i genitori in comune, qualche volte il DNA si
manifesta con evidenza come nel 🍷 Fleurie “Les Garants”
2016 di Pierre-Marie Chermette. Mandarino e pompelmo rosa al naso,
tantissima cannella, bocca dalla salinità raffinata e il finale
marino.
Aristocratico,
posato, austero, irresistibile il 🍷 Côte de Brouilly “Cuvée
Godefroy” 2016 di Château Thivin. Regala vaniglia, morbidezza,
roccia scheggiata, il profumo ha intensità di incenso e fiori
azzurri.
Il
granito puro affiorante non mente nell'espressione del 🍷
Saint Amour 2014 del Domaine des Terre Dorées. Lascia una bocca
ferrosa, come dopo aver bevuto da una fontanella di montagna.
Davvero
mii dispiace non dilungarmi sulla freddezza di tocco del 🍷
Moulin-à-Vent “Les Vignes du Tremblay” 2013 magistralmente
realizzato dal Domaine Paul Janis et Fils, sulla speziatura del 🍷
Fleurie 2014 del Domaine de Marrans, sui gloriosi momenti di luce del
🍷 Morgon Côte du Py 2015 di Jean Foillard.
Ognuno
dei vini meriterebbe la giusta attenzione per la visione di bellezza
che ci ha regalato nel bicchiere.
Serata
che mi ha portato sotto le coperte ormai verso le 2, alle 7 ero
sveglio, magari non sveglissimo, ma senza la minima traccia di mal di
testa. Le degustazione del Falco sono così, il tempo vola e non te
ne accorgi.
Commenti
Posta un commento